Il tema: Dentro l'Europa, fuori dal mito: Italia e Germania a confronto. L'intervista: Matilde Callari Galli
Quando nell'ottobre del 2010 l’Ires Emilia-Romagna organizzò, con il contributo decisivo della Fondazione Ebert, il convegno intitolato, riprendendo il titolo del libro dell’importante germanista Gian Enrico Rusconi (Einaudi, 2003), “Germania Italia Europa”, diede vita ad uno dei suoi sforzi più significativi per dare testa e gambe all'idea originaria che aveva ispirato le linee di indirizzo del programma di attività dell’istituto, ma anche di questa rivista. L'Europa, campo di tensione ineludibile per valutare le trasformazioni della stessa nostra regione, è infatti uno degli assi cruciali del nostro impegno di riflessione ed indagine (ERE 1: 7). I temi cui pensiamo in particolare per far vivere questa proiezione sovranazionale sono la progettazione europea, la costruzione di relazioni con gli Istituti di ricerca vicini ai sindacati dei paesi europei, il rafforzamento delle relazioni fra i sindacati europei.
Nell'aula universitaria in cui si è svolto il convegno si sono confrontati studiosi e sindacalisti italiani e tedeschi, uniti dalla convinzione che lo scambio di opinioni e il confronto sulle politiche economiche e le azioni sindacali nei rispettivi paesi rappresentino ormai un’esigenza inderogabile, se non si vuole accettare passivamente un ulteriore arretramento del lavoro come soggetto e come forza organizzata.
La difesa e il rilancio del modello sociale europeo richiedono, al contrario, un rafforzamento del valore del lavoro, che il liberismo e la crisi finanziaria di sistema di questi anni rischiano di compromettere in maniera definitiva.
L'Europa, condizionata dai poteri finanziari, non riesce tuttavia ad essere uno spazio politico e sociale coeso, in grado di proporsi come punto di riferimento per un riassetto globale.
E perché Germania-Italia-Europa, allora? La dimensione europea è di sicuro cruciale per guardare con un minimo di fiducia alle prospettive di uscita dalla crisi per l'Italia, ma in questa sede mi preme concentrare l’attenzione soprattutto sull’aspetto sindacale. Si pensi ad esempio ai temi che avvicinano le organizzazioni dei due paesi rispetto all'approccio contrattuale, in particolare nell’ambito della manifattura, forte in entrambi i contesti territoriali, con legami sempre più forti ma anche con aspetti di crescente competizione, che non potranno non riflettersi anche sul terreno del lavoro. I contributi che si trovano in questo numero della rivista dimostrano che anche in Germania sono presenti voci critiche sui processi in corso, che per certi versi riducono le distanze per quanto riguarda l'approccio sindacale alle sfide future.