Il volume ripercorre i legami tra cinema e lavoro, molto stretti fin dalle origini. Il primo film della storia ha per oggetto, non a caso, i lavoratori che escono dalle officine Lumière. L’analisi critica di alcuni film, dai classici – “Sciopero” di Ejzenstejn, “Metropolis” di Lang –fino a “Il lupo di Wall Street” di Scorsese e “Il capitale umano” di Virzì, delinea uno scorcio di storia del cinema, rivista attraverso la pocofrequentata angolatura della centralità del lavoro. Il richiamo ad alcuni capolavori dimenticati come “Roma ore 11” di De Sanctis sottolinea la persistente attualità di tale tema e la forza del grande cinema nel trattarlo. Opere come “Lamerica" di Amelio e le stesse vicende biografiche di alcuni autori - da Chaplin, a Wilder e Losey – evidenziano il ruolo essenziale delle migrazioni. Il rapporto tra cinema e lavoro viene esaminato sia nella dimensione artistica e culturale, che negli aspetti produttivi – in particolare i festival, ma anche le attività collegate allaconservazione e al restauro. Particolare attenzione viene dedicato al fecondo rapporto tra l’Emilia-Romagna e il cinema ed alla cineteca di Bologna, uno dei migliori esempi di intreccio tra tutela dei film come beni artistici e sviluppo delle attività produttive legate alle esigenze di conservazione. Una riflessione su cinema e storia dell’Unità d’Italia completa una non convenzionale carrellata sul rapporto tra settima arte, lavoro e cultura.