Il lavoro di ricerca contenuto all’interno della Guida, ha mirato innanzitutto a ricostruire un quadro organico di riferimento sulla “contrattazione di genere” svolta in ambito lavorativo. In questa direzione vanno le disposizioni volte a favorire la tutela dei diritti e delle pari opportunità tra uomini e donne, gli strumenti di conciliazione vita-lavoro, il sostegno alla cura genitoriale e parentale, la sperimentazione di nuovi servizi di welfare aziendale, il contrasto alle molestie e violenze di genere. La Guida, nella prima parte, offre una panoramica delle norme legislative che negli ultimi anni hanno rinnovato il quadro normativo sui congedi parentali già esistente e implementato gli strumenti di conciliazione vita-lavoro. Si collocano in questo ambito le disposizioni per la fruizione del congedo parentale ad ore, la conversione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale durante il congedo parentale, la possibilità per i lavoratori di cedere ferie e permessi a colleghi per consentire loro di assistere figli minori. In aggiunta, anche le recenti misure di conciliazione vita-lavoro non strettamente connesse alla genitorialità, quali la promozione del lavoro agile e il riconoscimento di congedi retribuiti per le lavoratrici vittime di violenza. Di conseguenza, un ruolo non secondario viene affidato alla contrattazione collettiva, soprattutto quella aziendale che può ampliare, migliorare ed arricchire il complesso di tutele già in essere. Nella seconda parte della Guida sono state estrapolate da alcuni contratti nazionali, regionali e aziendali, tutte le clausole specifiche che riguardano la conciliazione vita-lavoro e più in generale la contrattazione di genere. Per quanto riguarda la contrattazione aziendale svolta in Emilia-Romagna, l’indagine analizza un campione di accordi aziendali o di ente (suddivisi per territorio) nei quali è presente un'attenzione di “genere”. Da quanto emerso risulta evidente come il Sindacato e la contrattazione possano svolgere un ruolo fondamentale per promuovere nuove pratiche di genere, che riducano le disparità ancora esistenti tra uomini e donne e che agiscano sul piano culturale nell’ottica della “condivisione” tra i sessi, superando la logica della “conciliazione” per sole donne. L’obiettivo è quello di diffondere la ricchezza di esperienze fatte nella nostra regione, con l’auspicio che sia da stimolo a proseguire e un esempio di buone prassi da sviluppare e valorizzare.